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Guida alla scelta di uno snack moderno

Quando decidiamo di acquistare uno snack per i break di metà mattina o pomeriggio, ci capita spesso di non avere un’idea ben precisa su quale scegliere. Ce ne sono tanti, tutti diversi: con carboidrati, con proteine, a base di frutta secca, senza zuccheri aggiunti, light, con cereali integrali, e la lista potrebbe continuare. Come possiamo orientare la nostra scelta? Il modo migliore per partire è un punto di vista autorevole, quello della scienza.

Zuccheri semplici: cosa dice la scienza

Negli ultimi anni, i ricercatori hanno espresso una raccomandazione unanime: prevenzione e benessere passano dalla riduzione della quantità dei cosiddetti “zuccheri semplici” fino al 10% (meglio ancora il 5%) dell’apporto calorico giornaliero. Di pari passo è cresciuta l’attenzione del consumatore verso scelte alimentari più consapevoli e prudenti. In altre parole, oggi fare la spesa vuol dire anche prestare molta più attenzione al contenuto nutrizionale degli alimenti che compriamo.

Non basta leggere un’etichetta, occorre interpretarla

L’evoluzione della “cultura alimentare” di ciascuno di noi, l’attenzione agli ingredienti e ai processi produttivi, ha spinto molte aziende a seguire tali “tendenze”, purtroppo non sempre nel modo corretto. Nella scelta di uno snack, tutto comincia da quanto possiamo leggere sulla confezione. Possiamo fidarci di quello che leggiamo? In teoria dovremmo, ma non tutti hanno gli “strumenti” per capire se ciò che leggiamo corrisponde a verità, oppure se si tratti di espedienti per attrarre il consumatore. Molti snack, per esempio, riportano la dicitura “una barretta apporta solo xx Kcal”. La prima cosa che pensiamo sarà probabilmente positiva: “Bene, ecco uno snack leggero, che non mi farà ingrassare!”. Beh, non è detto. Se una barretta contiene zuccheri tra i primi ingredienti, apporterà circa 20 g di carboidrati per porzione. E non sarà sicuramente tra le scelte migliori perché, non essendo bilanciata, indurrà un veloce innalzamento dei livelli di zucchero nel sangue, e la sensazione di fame tornerà presto a farsi sentire.

Questione di scelte

Davanti allo scaffale, come scegliamo lo snack per il nostro spuntino? Per fare un buon acquisto, è importante capire e interpretare correttamente le indicazioni riportate; in primo luogo la tabella degli ingredienti e dei valori nutrizionali. Uno snack non dovrebbe limitarsi a placare temporaneamente la sensazione di fame, ma dovrebbe accompagnarci verso il pasto successivo senza che questa si ripresenti. Per farlo dovrebbe avere caratteristiche ben precise.

Le caratteristiche principali di uno snack moderno

Ecco un breve elenco delle caratteristiche fondamentali che ci permetteranno di riconoscere uno snack di alta qualità: -presenza di carboidrati naturali (senza zuccheri aggiunti), possibilmente integrali o che apportino fibre con funzione prebiotica (come la fibra di cicoria idrolizzata); -apporto di proteine, che dovrebbero rappresentare circa il 20-30% dell’apporto calorico, meglio ancora se di origine vegetale; -apporto di grassi provenienti da fonti nobili, come l’olio extra-vergine di oliva, la frutta secca, l’olio di semi di girasole ad alto tenore di acido oleico e l’olio MCT (Medium Chain Triglycerides, trigliceridi a catena media, in pratica la parte migliore dell’olio di cocco); -presenza di soli aromi naturali; -ricchezza in fibre, ne dovrebbero essere presenti almeno 6 g per 100 g di prodotto, o 3 g ogni 100 kcal; -senza glutine, per chi abbia la necessità di evitarlo. Scegliere uno snack details

Un break smart è anche buono!

Quando scegliamo un alimento, non dimentichiamoci mai del gusto. Oggi uno spuntino può e deve essere anche buono, per soddisfare il palato e il nostro buonumore. Da oggi, quando andremo a fare la spesa, questa piccola guida ci aiuterà a scegliere gli snack più evoluti tra i tanti presenti sul mercato.   BIBLIOGRAFIA -CREA, Linee per una sana alimentazione, Dossier Scientifico 2017, Capitolo 7 -Circulation Volume 144, Issue 17, 26 October 2021; Pages 1362-1376 “Health Impact and Cost-Effectiveness of Achieving the National Salt and Sugar Reduction Initiative Voluntary Sugar Reduction Targets in the United States: A Microsimulation Study” Siyi Shangguan, Dariush Mozaffarian, Stephen Sy, Yujin Lee, Junxiu Liu, Parke E. Wilde, Andrea L. Sharkey, Erin A. Dowling, Matti Marklund, Shafika Abrahams-Gessel, Thomas A. Gaziano and Renata Micha   Fonte: https://www.enervit.com/it/guida-alla-scelta-di-uno-snack-moderno

La Staffetta Azzurra con Federico Pellegrino trionfa a Dobbiaco

Un successo che mancava dal 2006: assieme a Noeckler, De Fabiani e Daprà il super campione valdostano riporta la Staffetta Azzurra sul gradino più alto del podio di Coppa del Mondo!

Dopo una gara tiratissima, nell'ultima frazione Federico mette a segno uno sprint fenomenale e, negli ultimi 300 metri, stacca svedesi e norvegesi e taglia per primo il traguardo con dieci metri di vantaggio. Dopo l'ottimo terzo posto nella Sprint di sabato, il nostro campione ha messo a segno un altro storico successo, ma gli occhi sono già puntati sui Mondiali di Planica : "Oggi è una gara di Coppa del mondo una staffetta 4x7,5 km, nella quale era presente il massimo livello del Fondo mondiale, Russia e non partenti a parte. Un gran bel segnale, me lo godo senza pensare ad altre gare. Abbiamo fatto il massimo, e possiamo guardare al futuro con fiducia.»

FONTE: https://www.enervit.com/it/la-staffetta-azzurra-con-federico-pellegrino-trionfa-a-dobbiaco

A tavola durante le feste: come gestire l’alimentazione (e l’attività fisica).

Il periodo a cavallo tra dicembre e gennaio, come ogni anno, porta con sé un’atmosfera magica ma anche una serie di pranzi e cene, in famiglia e con gli amici. Questi momenti spesso comportano “abbondanze culinarie” talvolta eccessive rispetto alle abitudini alimentari quotidiane.   È qui che nasce la prima fatidica domanda: come comportarsi a tavola durante le feste? Proviamo a fare un passo indietro. Un famoso detto dice che non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra l’Epifania e il Natale. Pura verità. Perché più che preoccuparci del periodo natalizio, dovremmo adottare strategie alimentari corrette durante tutto l’anno. Per esempio, inserendo nella nostra routine un’alimentazione bilanciata, in modo che gli sgarri durante le feste diventino meno preoccupanti e più gestibili.

Basse temperature richiedono più calorie

Tutti vorremmo non ingrassare, ma piccole oscillazioni del peso durante l’anno sono più che normali. Quando le temperature cominciano a scendere, spesso si avverte una maggiore sensazione di fame. E qualche volta si strizza l’occhio soprattutto ai dolci, come se sentissimo il bisogno di una coccola in più. Non è un caso isolato e non bisogna sentirsi in colpa, perché sono segnali che ci arrivano dal nostro organismo. Basse temperature, infatti, richiedono al nostro corpo una quota maggiore di calorie per mantenere la temperatura corporea costante. Inoltre, durante il periodo invernale diminuiscono i livelli di serotonina, un ormone strettamente coinvolto anche nella regolazione dell’appetito, del sonno, dell’umore e della sfera sessuale. In parole semplici, l’organismo utilizza gran parte della serotonina per produrre la melatonina, ormone che regola il ritmo sonno-veglia, sortendo un effetto sedativo. Quando il cervello percepisce il buio, utilizza la melatonina per informarci che è arrivato il momento di dormire.

Ingrassare è una questione ormonale

Date queste premesse, si può intuire che ingrassare è una questione ormonale. Di fatto, l'assunzione degli zuccheri stimola la secrezione dell’ormone insulina, che facilita l'ingresso di diversi nutrienti nelle cellule, ostacolando però l’ingresso del triptofano. Questo aminoacido, a sua volta, rimanendo in circolo favorisce proprio la produzione di serotonina a livello del sistema nervoso centrale, con la conseguenza di “invitarci” a consumare altri zuccheri. Il motivo per cui si generano gli attacchi di fame (che possono portare ad un aumento di massa grassa) sta in uno squilibrio ormonale. Abbiamo già citato l’insulina, la cui produzione è stimolata dal consumo dei carboidrati: quando si mangia un cioccolatino, un pezzo di focaccia o qualsiasi altro cibo zuccherino, la glicemia aumenta velocemente, viene prodotta insulina seguita dal crollo della glicemia. Il risultato? Si ha di nuovo fame, con conseguente voglia di zuccheri. E allora, come si fa a fermare questo circolo vizioso? Niente paura, la soluzione è a portata di mano e si chiama alimentazione bilanciata. Un approccio al cibo che tra i suoi obiettivi ha anche quello di controbilanciare l’insulina grazie al glucagone, un ormone prodotto in seguito all’assunzione di proteine, che ha il ruolo di riportare i valori della glicemia al cosiddetto status quo.

Bilanciare carboidrati, proteine e grassi in ogni pasto della giornata

A livello ormonale, quindi, l’equilibrio dell’asse insulina-glucagone è fondamentale. Come lo si raggiunge nella pratica? Imparando a bilanciare carboidrati e proteine in ogni pasto della giornata, a cominciare dalla colazione. Mantenendo in equilibrio le quote di proteine e carboidrati e aggiungendo una fonte di grassi buoni (olio extravergine di oliva o frutta secca, per esempio), potremo infatti aumentare la sensazione di sazietà a lungo termine.

Il “menù” per non ingrassare durante le feste di Natale Come possiamo comportarci per non ingrassare durante le feste? Dire sempre di no renderebbe tutto molto stressante. E sappiamo bene quanto lo stress influisca sull’aumento del cortisolo, ormone nemico del dimagrimento. Trasgredire a tavola ogni tanto è più che lecito, soprattutto nei momenti vissuti con gli affetti più cari. E allora, ecco un piccolo “menù” con alcuni pratici consigli: • cominciate sempre il pasto con un bicchiere di acqua e una porzione di verdure, insieme facilitano la sazietà precoce; • utilizzate piatti un po’ più piccoli (quelli da antipasto o dolce), per stimolare la sazietà “visiva”; • se mangiate un piatto ricco di carboidrati, accompagnatelo sempre con un altro a base di proteine, così da ripristinare l’equilibrio insulina-glucagone; • se possibile, aggiungete alle portate curcuma, zenzero o altre spezie: sono ingredienti ricchi in polifenoli, che aiutano a controllare la glicemia post-prandiale.

L’allenamento, l’ultima portata del “menù”

Manca solo un’ultima portata del menù, che però va consumata tutto l’anno. Si chiama allenamento. Impariamo a ritagliare anche solo 30/40 minuti per noi stessi. Camminare, pedalare, nuotare, correre o più semplicemente fare le scale sono modi per abbandonare la pigrizia e prendersi cura di noi e del nostro corpo. Il movimento, infatti, aiuta a tenere i muscoli attivi e in salute e agisce positivamente sul metabolismo. E poi, diciamola tutta: dopo un po’ di movimento potremo concederci qualche sgarro con meno sensi di colpa! Sì, perché l’attività fisica stimola la produzione di serotonina ed endorfine, due neurotrasmettitori che producono sensazioni di benessere e felicità. Ma non erano i carboidrati a innescare queste reazioni? Anche! Perciò, dolci con moderazione e più attività fisica. Sarete comunque felici e appagati.   FONTE: https://www.enervit.com/it/a-tavola-durante-le-feste

Perché allenarsi: come e quando farlo

Allenarsi è, per molti, più di un hobby, una passione: è qualcosa che tiene in vita, che permette di scaricare lo stress, l’ansia, di ritagliarsi un piccolo angolo in cui lasciarsi andare, mollare il freno a mano ed essere semplicemente se stessi. In molti compiono l’errore di credere che ci si alleni unicamente per tenersi in forma, ma non è così. Ma allora perché allenarsi? Scopriamo i benefici, e quando e come farlo nel modo corretto.

A servono gli allenamenti?

Fare attività fisica – o più in generale sport – non vuol dire solo che si ha cura del proprio corpo. Tutt’altro. L’obiettivo dell’allenamento è di aumentare il rendimento muscolare, così come la forza muscolare. Infine, dunque, si hanno più energie da spendere. Non è solo una questione di tonicità o di dimagrimentol’attività fisica va oltre questo aspetto. E, anzi, in alcuni sport, parliamo anche di qualcosa che unisce, che permette di fare team, che insegna il gioco di squadra sin da bambini, come nel caso del calcio.

Quali benefici consente l’allenamento?

Naturalmente, fare attività fisica ha dei benefici sulla salute che non possiamo sottovalutare. Il corpo umano ha bisogno di essere tutelato sotto un certo punto di vista. Ciò significa che si pone l’accento su uno stile di vita sano, per contrastare l’ipertensione, le malattie cardiovascolari. Fare, insomma, prevenzione. Naturalmente, i benefici dell’allenamento si osservano sulla totalità dello stile di vita: i livelli di forza e di energie aumentano, così come la resistenza, la flessibilità, e infine il benessere. Dunque, sì, non è solo una questione di dimagrire, di perdere peso. Certo, allenarsi aiuta, ma non è solo per questo che si dovrebbe preferire uno stile di vita attivo e non sedentario.
  • Migliora la salute dell’apparato cardiovascolare
  • Rende più forte l’apparato scheletrico
  • Migliora il metabolismo
  • Aiuta l’autostima

Cosa succede al corpo quando ti alleni?

Un’altra domanda interessante da porsi, per comprendere come funziona l’allenamento, è cosa succede effettivamente durante e dopo aver svolto attività fisica. Il primo organo che si attiva è proprio il cuore, ma non solo. Prima di tutto, l’ossigeno aumenta, e di conseguenza arriva più sangue ai muscoli, si respira profondamente e la resistenza inizia ad aumentare. Per esempio, chi comincia ad allenarsi dopo tanto tempo, può avere meno fiatone: inizia a sparire, sì, perché la resistenza di conseguenza si intensifica, ci sono le energie e non si cede dopo qualche passo. Fa la differenza, soprattutto quando si fanno le scale, o magari si sceglie di andare a fare una semplice passeggiata.

Come allenarsi

Parlando di attività fisica, ci sono molti tipi di fitness che possiamo fare. Ci si può allenare anche a casa oggi, grazie al fenomeno dell’home fitness, che consente di ricavare beneficio non solo dal punto di vista del benessere, ma anche del portafogli. Ricreare una piccola palestra in casa non ha un costo poi così esoso: ci sono tanti strumenti da poter acquistare, come questa panca regolabile professionale. Per il resto, abbiamo ampia scelta a nostra disposizione. C’è chi ama l’aerobica, chi l’anaerobica, chi non può fare a meno dello stretching e chi apprezza il rinforzo muscolare. Naturalmente è possibile anche fare sport, come il tennis, o andare in piscina, o magari il calcio, sia maschile che femminile: non c’è limite a quello che si può effettivamente fare.

Quando allenarsi

C’è un orario giusto in cui allenarsi? Certo, potremmo dire che le prestazioni di uno sportivo dipendono da tanti aspetti. E no, non conta solo lo stato fisico, ma anche quello psicologico ha una componente, oltre che la motivazione. Qual è l’orario migliore per allenarsi? Bisogna, in questo senso, verificare l’andamento ormonale della giornata. L’attività motoria è comunque regolamentata dagli ormoni e dai neurotrasmettitori, oltre che persino dal nostro orologio biologico.

L’orario migliore per allenarsi

Normalmente, il corpo reagisce all’allenamento. Ma è anche vero che se ci allenassimo nella seconda metà della giornata, otterremmo un maggiore sprint. Ovviamente ci sono alcuni dati che supportano l’orario, ma dipende anche dai bisogni e dalle abitudini, così come dallo stile di vita di una persona. Quindi, sì, l’allenamento è una componente fondamentale della nostra vita. Non bisogna ovviamente sforzarsi, e ci sono dei tempi da rispettare, soprattutto all’inizio, quando si è “fuori allenamento”. Con un po’ di pazienza e di buona volontà, tuttavia, può portare diversi vantaggi e benefici.   FONTE: https://www.mondofitnessmagazine.it/perche-allenarsi-come-quando-farlo/

Il fascino di correre sulla neve

In alcune località è già arrivata, in altre il meteo la annuncia come imminente. Stiamo parlando della neve, che con il suo candore affascina grandi e piccini. Ammettetelo: quanto è romantico e suggestivo correre sulla neve, in silenzio, mentre soffici fiocchi imbiancano il paesaggio circostante? Nei paesi nordici correre sulla neve è normale, nel senso che è una condizione abituale, presente per parecchio tempo nel corso dell’anno. Alle nostre latitudini, invece, si tratta di un evento occasionale. Da chi pratica lo sci e lo scialpinismo il runner deve imparare un concetto importante: ci sono diversi tipi di neve e le superfici ghiacciate risultano le più insidiose. Le condizioni meteorologiche invernali propongono situazioni in cui le strade possono essere ricoperte da un manto di neve che, con il passare dei giorni, modifica le sue caratteristiche e può condizionare notevolmente la tipologia di corsa.
Correre sulla neve: il rischio degli spazzaneve
Un’abbondante nevicata di alcune decine di centimetri non consente di correre, ma si presume che, successivamente a un evento di questo genere, la neve venga poi spalata. È qui che il corridore deve prestare particolare attenzione: dopo il passaggio dei mezzi spalatori, i residui di neve presenti creano in genere delle irregolarità che poi si solidificano prendendo forma e consistenza nelle ore notturne, quando la temperatura si abbassa, e si trasformano in vere e proprie formazioni di ghiaccio, che diventano un pericolo da non sottovalutare. Correre su un manto di pochi centimetri che ricopre la strada può anche essere piacevole, dato l’effetto ammortizzante che la neve produce, ma con il passare dei giorni, quella stessa superficie, al compattarsi irregolare del manto nevoso, può, appunto, generare le stesse insidie dei residui lasciati dallo spazzaneve. La condizione di allenamento è meno disagevole qualora sia stato sparso sale o ghiaino, perché questi elementi possono essere sufficienti a compensare la mancanza di grip.
Correre sulla neve: gli infortuni più frequenti
Correre sulla neve è certo affascinante, espone però a certi rischi che è bene non sottovalutare. Vediamo la casistica di infortuni causati dalla corsa sulla neve.
  • Traumi distorsivi dell’articolazione tibiotarsica. Non dimentichiamo che il freddo, in caso di caduta, può rendere fragili le strutture ossee, con possibili complicanze fratturative.
  • Traumi contusivi a seguito di cadute per lo scarso grip della calzatura con la superficie ghiacciata. Frequenti sono quelli relativi agli arti superiori (polso, spalla), alle ginocchia e all’articolazione dell’anca.
  • Tendinopatie del tendine di Achille a causa dei ripetuti appoggi irregolari.
  • Tendinopatie e infiammazioni muscolari dei tibiali e dei peronei, sempre a causa delle irregolarità della superficie di appoggio.
  FONTE: https://www.correre.it/correre-in-inverno-sulla-neve/

L’integrazione per il padel

L’estate che ci prepariamo ad affrontare sarà all’insegna del padel, il gioco a coppie figlio del tennis e dello squash nato in Messico negli anni ‘70. Da un paio d’anni, in Italia, sembra godere di una popolarità che non accenna a fermarsi. A livello internazionale, poi, il padel è uno sport oggi considerato tra quelli in più rapida crescita tra Europa, Sud America e Nord America. Per capire come integrarsi nel padel è utile mettere a fuoco le specifiche esigenze di questa disciplina, in primo luogo l’elevata intensità che la caratterizza. Tenendo ben presente che nutrizione e integrazione sono fondamentali per allenare corpo e mente fuori e dentro il campo e che è la scienza a indicarci quali integratori scegliere e, soprattutto, il corretto timing per assumerli e sfruttarne al massimo i benefici. Partendo da questi presupposti, abbiamo identificato delle guidelines semplici e chiare per atleti di ogni livello.

L’idratazione prima di tutto

In allenamento o in partita, prima di tutto non trascurare l’idratazione. Per due motivi: l’acqua da sola non è sufficiente a ripristinare la perdita di fluidi e minerali che avviene attraverso la sudorazione (vitale per disperdere il calore prodotto dai muscoli). Un buon equilibrio idro-salino, inoltre, può favorire la riduzione della fatica muscolare che insorge durante l’attività fisica. Ciò è vero a maggior ragione quando la temperatura è elevata e l’intensità di gioco è importante. Per mantenersi idratati durante l’esercizio e produrre un impatto positivo anche sulla prestazione, il consiglio è di bere con regolarità una bevanda a base di carboidrati con sodio, cloro, potassio e magnesio nelle giuste proporzioni, ovvero i principali minerali persi con il sudore.

L’importanza dei carboidrati

I carboidrati rappresentano la fonte di energia l’energia di mente e corpo. Ma qual è il loro consumo nel padel? Quanti grammi per ogni ora di attività dobbiamo assumerne per mantenere la massima efficienza? Per rispondere a queste domande abbiamo creato un Enervit Nutrition System® dedicato che possa accompagnare l’atleta prima, durante e dopo il match. Se una partita di padel ha una durata media di 90’, il consiglio è quello di assumere 30 g di carboidrati per ora di gioco. Nella pratica vuol dire alternare un gel energetico a scelta attorno al 30° e 60° minuto (ogni 30’).

Recuperare le energie

L’Enervit Nutrition System® include anche la fase del recupero, punto di partenza per il match successivo e quindi fase da non sottovalutare mai. Nei primi 30’ dalla fine dell’allenamento o partita, è fondamentale ripristinare il corretto stato di idratazione e sostenere la muscolatura, reintegrando inoltre le riserve di energia ossidate. Semaforo verde, dunque, per miscele di acqua, sali minerali, carboidrati e aminoacidi essenziali come Enervit R2 Recovery drink, se il match è stato molto intenso, oppure Enervit After Sport Drink se lo sforzo è stato più blando e si ha l’opportunità di consumare un pasto entro poco tempo.   FONTE: https://www.enervit.com/it/l-integrazione-per-il-padel

5 sport outdoor da fare in estate (anche in vacanza): le migliori attività

L’estate è una stagione perfetta sotto un certo punto di vista: ci dà la possibilità di allenarci all’aria aperta e di dimenticare totalmente qualsiasi stress e tensione. Non c’è niente di meglio di sgranchirci un po’ e di mantenerci in forma, ma quali sono gli sport outdoor da fare in estate, anche quando magari siamo in vacanza? I nostri suggerimenti a riguardo, anche sulle mete in cui è possibile metterci alla prova.

Trekking

C’è ben poco di meglio del trekking, che dà la possibilità di scoprire dei posti meravigliosi e al contempo ci permette di rimanere in forma. Abbiamo solo bisogno di scarponcini comodi e adatti ai sentieri impervi, uno zainetto e l’immancabile abbigliamento a “cipolla”: infine, mai dimenticare di portare con sé una bottiglia d’acqua. Per il resto, possiamo fare trekking ovunque in Italia, perché, diciamocelo, il nostro Paese offre scorci mozzafiato e passeggiate incredibili in ogni regione. Per esempio, nel caso in cui volessimo unire il mare alla montagna, potremmo andare a Gabicce Mare, che è una località molto apprezzata dai turisti perché c’è la zona dedicata alla spiaggia e una al Monte, avendo anche nelle vicinanze il Parco Naturale del Monte San Bartolo. Inoltre, è possibile trovare parecchi last minute a Gabicce Mare: si spende poco e si vive una vacanza da sogno.

Rafting

Dove fare rafting in Italia? In realtà abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta. Ci sono molti fiumi italiani perfetti per questa attività sportiva ideale da praticare durante la stagione estiva: in Trentino, per esempio, nella Val di Sole, o in Umbria, proprio per ammirare le Cascate delle Marmore. Sono tutti posti da sogno e che evocano in noi immagini suggestive: figuriamoci viverle di presenza. Un’emozione difficile da descrivere a parole. Il rafting è uno sport che consiste nella discesa fluviale grazie all’uso di un gommone inaffondabile e soprattutto autosvuotante. Questa attività fisica presenta tanti vantaggi: ci consente di aumentare la produzione delle endorfine ed è utile per affinare il lavoro di squadra. Non a caso, infatti, viene svolto anche dalle aziende per migliorare la produzione.

SUP

Un’altra delle attività estive imperdibili è fare SUP. Grazie alla conformazione del nostro paese, il SUP è uno sport praticamente diffusissimo, che tra l’altro può essere praticato anche dagli inesperti, a patto che sia presente un professionista a guidarli. Questo aspetto è molto importante da ricordare, perché potremmo comunque rischiare di farci male. In Italia, lo Stand Up Paddle si può fare in estate sia al mare o al fiume, ma anche quando ci si trova al lago. Probabilmente uno dei laghi principali in cui praticare SUP in Italia è il Lago di Garda. Non è un caso se molti paddler si trovano proprio qui durante la bella stagione, per le sue acque molto calme. Noi lo consigliamo vivamente, per un’esperienza diversa dal solito.

Yoga

Dimentichiamo per un attimo gli sport da fare in casa e dedichiamoci a un’altra delle attività più belle da fare all’aperto. Possiamo fare yoga ovunque, anche in vacanza, e ci basta davvero pochissimo: solo la nostra tuta e un comodo tappetino da portare con noi. Dai parchi alle spiagge, fino alle colline, lo yoga è forse uno degli sport che più si presta al nostro benessere psicofisico. Grazie alla possibilità di poterlo praticare ovunque, non dobbiamo neppure preoccuparci di spendere soldi, tutt’altro. E in alcuni luoghi è davvero un’attività immersiva, soprattutto nella natura incontaminata.

Volley

Sì, anche in vacanza possiamo allenarci, ma ricordiamo che deve essere divertente e non un impegno che ci stanca troppo. C’è una attività in particolare che si può fare sulla spiaggia, e dunque un po’ ovunque: il volley. Il tipico sport estivo per eccellenza dà la possibilità di mettersi alla prova e ovviamente di raggiungere una forma fisica invidiabile. Tra tutti gli sport, la pallavolo tende a essere associata alla giovane età, ma è un errore, soprattutto perché è un’attività completa (e di squadra), che aiuta a lavorare anche sulla fiducia. Un aspetto da non sottovalutare.

Perché fare sport all’aria aperta è un’ottima idea: tutti i benefici

Abbiamo visto le attività outdoor estive per eccellenza, ma concentriamoci anche sui benefici: praticare un’attività fisica regolare ha i suoi vantaggi. E, no, non ci riferiamo solo alla forma fisica, ma anche all’umore, che ne trae un profondo beneficio. Oltretutto, quando ci alleniamo all’aperto, abbiamo maggiore possibilità di migliorare le nostre prestazioni e l’ossigenazione muscolare. Possiamo poi non considerare i raggi del sole, che sono praticamente la nostra possibilità maggiore di aumentare la vitamina D? Quest’ultima svolge un ruolo fondamentale per il nostro organismo, e una sua carenza ci fa inevitabilmente sentire molto più fiacchi e stanchi. Consideriamo come ultimo beneficio l’umore: la natura ci trasmette delle sensazioni di benessere che non sono equiparabili a null’altro. Ci restituiamo a lei, in qualche modo ci affidiamo ai suoi stimoli sensoriali. Anche in vacanza, cerchiamo di non dimenticare l’importanza dello sport.   FONTE: https://www.mondofitnessmagazine.it/5-sport-outdoor-estate-vacanza/

La Zona 40-30-30

In cosa consiste la Zona? La Zona non è un luogo astratto. È un reale stato fisiologico nel quale il nostro corpo raggiunge il perfetto equilibrio ormonale. Nella Zona molti benefici diventano possibili: la riduzione della massa grassa, e di conseguenza il controllo del peso, migliori prestazioni fisiche e mentali e una maggiore stabilità emotiva. Il punto di accesso è rappresentato da una specifica alimentazione e da una corretta integrazione associate ad uno stile di vita sano ed attivo. Come si raggiunge la Zona? Per ottenere questi risultati occorre seguire un preciso percorso nutrizionale. I pilastri di questo percorso sono:
  1. Seguire un’alimentazione bilanciata in Zona

  2. Assumere regolarmente acidi grassi Omega-3 a catena lunga (EPA e DHA) e polifenoli da frutta e verdura

  3. Svolgere attività fisica moderata, ma regolare e costante

  4. Adottare tecniche di rilassamento mentale per abbassare i livelli di stress

Qual è il modo più semplice di iniziare? Diciamolo subito: non esiste una formula magica per raggiungere la Zona. La Zona deve infatti diventare uno stile di vita, per poter mantenere nel tempo i benefici legati al benessere. Il primo passo è verificare che la tua alimentazione ti fornisca un’adeguata assunzione giornaliera di acidi grassi omega-3 e di polifenoli da frutta e verdura. Senza questi nutrienti essenziali, infatti, è impossibile restare in Zona. Per alcuni di noi ciò potrebbe comportare il ricorso a integratori di omega-3 purificati e di polifenoli concentrati. Tieni comunque presente che, seguendo un’alimentazione in Zona, questi nutrienti porteranno tutti i loro benefici anche a livelli di concentrazione inferiori rispetto a quelli normalmente richiesti. Come seguire la Dieta Zona? La Dieta Zona è una strategia alimentare molto ben definita, che riduce le calorie e modula la sensazione di fame, senza comportare carenze nutrizionali. Al contrario, l’importanza riservata a frutta e verdura arricchisce di micronutrienti la nostra alimentazione quotidiana. Studi clinici pubblicati negli ultimi venti anni hanno dimostrato che la Dieta Zona è altamente efficace nel ridurre l’infiammazione indotta da regimi alimentari scorretti. Come mangiare in Zona? Il primo passo per seguire la Dieta Zona è fare in modo che nei nostro pasti (colazione, pranzo, cena e almeno due spuntini al giorno, per non stare a digiuno più di 5 ore nell’arco della giornata) le calorie che assumiamo col cibo derivino per il 40% dai carboidrati, per il 30% dalle proteine e per il restante 30% dai grassi. Ecco perché si parla di metodo 40-30-30. Un modo di convertire questa regola in grammi, è di verificare che i tuoi pasti contengano 1 grammo di grassi per ogni 2 grammi di proteine e 3 grammi di carboidrati. Applicare questi metodi consente di ottenere una risposta ormonale ottimale al cibo che consumerai. Il modo più semplice di seguire la Dieta Zona? Occhi, mano e un orologio. Esiste comunque un’alternativa più semplice e alla portata di tutti per bilanciare i propri pasti: inizia dividendo il tuo piatto in tre parti uguali (ecco a cosa servono gli occhi). In ogni tuo pasto, riempi un terzo del piatto con un quantitativo adeguato (attenzione, non eccessivo) di alimenti ricchi di proteine magre. In che quantità? Basta tenere come riferimento il palmo della tua mano in dimensioni e spessore (ecco a cosa serve la mano). Dovrai poi bilanciare queste proteine riempiendo gli altri due terzi del piatto con carboidrati “favorevoli”, ovvero ogni tipo di verdura colorata (carciofi, asparagi, spinaci, broccoli… basta evitare quelli ricchi in amidi come le patate). Infine dovrai solo aggiungere un giro di olio extra vergine di oliva a crudo per completare il tuo piatto bilanciato. In tal modo ridurrai le calorie senza sacrifici eccessivi e gestirai meglio la fame nelle 5 ore successive al pasto (ecco il perché dell’orologio). Se non soffri la fame, consumare meno calorie diventa molto più facile. Ecco perché seguire la Zona fa ci permette di ridurre l’apporto calorico dei pasti, e di conseguenza l’infiammazione di origine alimentare. Il punto di forza della Dieta Zona è che consente di eliminare i cibi che ridurrebbero il senso di sazietà: ovvero gli alimenti più ricchi in carboidrati (come le farine bianche e gli amidi), i grassi saturi e gli acidi grassi omega-6. Omega-3 e polifenoli da soli non bastano? Purtroppo no. Questo perché ogni eccesso di calorie o zuccheri inibisce i benefici ormonali derivanti dall’integrazione di omega-3 e polifenoli. In pratica equivarrebbe a riempire d’acqua un secchio bucato: omega-3 e polifenoli rappresentano l’acqua che vogliamo raccogliere e solo la Zona può “tappare” I buchi consentendoci di far rimanere i nutrienti essenziali nel nostro “secchio”. Solo se i quattro “pilastri” lavorano in sinergia come una squadra, potrai raggiungere la Zona. Come capire se si è in Zona? Se l’obiettivo è raggiunto il tuo corpo te lo dirà subito. Già dopo il primo pasto in Zona, inizierai a soffrire meno la fame nelle cinque ore seguenti, grazie al migliore controllo dei livelli di zuccheri nel sangue. Dopo tre giorni ti renderai conto di essere più lucido e reattivo nel corso della giornata, grazie a livelli di glicemia più stabili nel tempo. Dopo sette giorni i tuoi vestiti ti staranno meglio addosso, perché il peso che starai perdendo sarà principalmente rappresentato dal grasso accumulato a livello del punto vita. Entro due settimane, grazie al migliore equilibrio ormonale complessivo, infine, gestirai meglio anche i livelli di stress. E se questi benefici non ti sembrano già sufficienti, prova ad aggiungere maggiore energia, sia fisica che mentale… Il semplice fatto di conseguire questi livelli di benessere ti motiverà a restare in Zona il più a lungo possibile, e in caso di qualche piccolo strappo alla regola, basterà rimettersi in riga pochi giorni per tornare a goderne appieno i benefici. FONTE: https://www.enervit.com/it/la-zona

Estate, il momento ideale per tornare in forma

Con l’inizio dei primi caldi si assiste al rituale della “remise en forme”: diete drastiche, spesso fai da te, pasti saltati, improvvisa attività fisica dopo mesi di ozio. I risultati? Scarsi e non duraturi nel tempo. Insomma, si arriva alle ferie con un livello di stress ancora più alto. E se invece l’estate fosse l’occasione per mantenere o ritrovare la forma fisica? In realtà non è solo un’ipotesi ma una mossa strategica e vincente. Perché? In estate i ritmi rallentano, le pressioni diminuiscono ed è più facile prendersi cura di sé evitando lo stress e favorendo anche una minor produzione di cortisolo.

Un nemico chiamato cortisolo

Il cortisolo è l’ormone “nemico” del dimagrimento e dello star bene, perché il suo eccesso determina l’aumento del grasso viscerale a livello addominale (il più pericoloso per la salute, soprattutto per quella del cuore). Nelle donne, poi, l’azione negativa del cortisolo, associata a una prevalenza di estrogeni rispetto al progesterone, può predisporre maggiormente alla ritenzione idrica e cellulite. E allora? Si può sfruttare questo periodo per dedicarsi alla cura personale: relax certamente, ma anche una corretta alimentazione (accompagnata da qualche sgarro!) e un po’ di movimento. “Tornare in forma” significa star bene dentro e fuori, nella testa e nel corpo.

Tre consigli per ritrovare (e mantenere) la forma fisica

L’estate può diventare il motore per un cambiamento significativo delle abitudini fisiche e alimentari. E allora, ecco tre consigli per ritrovare (e mantenere) la forma fisica cominciando nel periodo più bello dell’anno.
  • Mangiare in modo bilanciato
Mangiare in modo bilanciato non è difficile. Basta abbinare, in ogni pasto, carboidrati a basso indice glicemico a una fonte magra di proteine e di grassi “buoni”. Questa combinazione permetterà di arrivare al pasto successivo con il giusto senso di fame, senza avvertire cali di energia e lucidità mentale. E laddove fosse necessario, permetterà di ottenere anche una perdita di massa grassa senza andare ad intaccare la massa muscolare. Si, perché i muscoli sono composti da proteine, ed è quindi fondamentale introdurre questo macronutriente ogni volta che mangiamo. Inoltre, uno dei picchi di maggior produzione del cortisolo è tra le 7 e le 9 del mattino. Se non vogliamo che la giornata sia stressante dalle prime ore della giornata, è importante cominciarla col piede giusto. Ecco perché la colazione diventa il pasto più importante: abbinando carboidrati a basso indice glicemico (frutta o cereali integrali), proteine (yogurt magro o greco, per esempio) e grassi (frutta secca) riusciremo a modulare la produzione di questo ormone. Se anche preparare la colazione in vacanza può essere una fonte di stress, allora si può optare per dei frollini 100% vegetali e ricchi in proteine, pratici e gustosi, utili anche per gli spuntini di metà mattina o pomeriggio.
  • Fare attività fisica all’aperto
Il relax in vacanza è d’obbligo, ma che non diventi ozio assoluto. Perché svolgere attività fisica, anche moderata, fa bene a corpo e mente. In seguito all’esercizio, infatti, il nostro cervello rilascia endorfine, sostanze conosciute anche come “i neurotrasmettitori della felicità”, perché inviano al cervello segnali di gratificazione e piacere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia per gli adulti un minimo 150 minuti a settimana di attività fisica ad intensità moderata. E in vacanza diventa ancora più semplice, perché si può ritagliare tempo e spazio (nelle ore meno calde) per camminare, correre, nuotare, pedalare o fare qualsiasi attività outdoor a piacimento. Ne gioverà anche il sistema immunitario che incrementerà la produzione di Vitamina D. Inoltre, dove possibile, spostarsi a piedi o in bici (evitando macchine e motorini) non fa che rafforzare la sensazione di benessere costruita con l’alimentazione. Senza dimenticare un po’ di sano detox da smartphone e pc.
  • Riposare 
È fondamentale recuperare. Dormire e riposare. E in aggiunta dedicare anche solo 15 minuti al giorno a metodiche di respirazione, rilassamento e meditazione, come ad esempio lo yoga (in estate lo si può praticare anche al mare di primo mattino, magari su un SUP). Un recente studio scientifico ha evidenziato come la pratica dello yoga abbia un potere contenitivo su diversi marker infiammatori, tra i quali proprio la produzione di cortisolo. Chi l’ha detto, quindi, che a settembre dobbiamo presentarci in ufficio fuori forma? Si può unire l’utile al dilettevole sfruttando i mesi estivi a nostro favore. Alimentazione, movimento, riposo: ecco la triade che vi aiuterà a stare sempre in forma. BIBLIOGRAFIA Amorosi M. Correlation between sport and depression. Psychiatr Danub. 2014 Nov;26 Suppl 1:208-10. PMID: 25413542. Estevao C. The role of yoga in inflammatory markers. Brain Behav Immun Health. 2022 Feb 1;20:100421. doi: 10.1016/j.bbih.2022.100421. PMID: 35199049; PMCID: PMC8842003 FONTE: https://www.enervit.com/it/estate-il-momento-perfetto-per-tornare-in-forma

Calciomercato: le squadre che hanno speso di più dal 2010 ad oggi

Ben 12 squadre, dal 2010 ad oggi, hanno speso oltre il miliardo durante le sessioni di calciomercato. C'è un'italiana sul podio.

È tempo di calciomercato e le prospettive in termini di acquisti e cessioni di questa sessione, appaiono elevate soprattutto in Premier League, e non è una novità. Basti pensare che all’alba della stagione 2022/2023 ha già sborsato 448 milioni e i colpi più onerosi sono stati:
  • Darwin Nunez al Liverpool per 75 milioni (+25 di bonus).
  • Haaland al Manchester City per 60 milioni di euro.
  • Fabio Vieira all’Arsenal per 35 milioni.
In Serie A, invece, la situazione appare dormiente, con i grandi colpi che si prospettano prevalentemente a parametro zero o a condizioni super vantaggiose: come i vari Pogba, Di Maria, Lukaku e Origi. Ma dal 2010 ad oggi, com’è la classifica del calciomercato dei club che hanno speso di più? La vediamo di seguito, inserendo anche l’acquisto più oneroso, e vi anticipiamo che di italiane ce ne sono ben 5.

Calciomercato: la top 20 dal 2010 ad oggi

1) Manchester City Investimenti dal 2010: 1.9 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Jack Grealish – 117.5 milioni 2) Chelsea Investimenti dal 2010: 1.7 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Romelu Lukaku – 113 milioni 3) Juventus Investimenti dal 2010: 1.69 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Cristiano Ronaldo – 117 milioni 4) Barcellona Investimenti dal 2010: 1.61 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Ousmane Dembelé – 140 milioni 5) Manchester United Investimenti dal 2010: 1.52 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Paul Pogba – 105 milioni 6) Paris Saint-Germain Investimenti dal 2010: 1.49 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Neymar – 222 milioni 7) Real Madrid Investimenti dal 2010: 1.27 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Eden Hazard – 115 milioni 8) Liverpool Investimenti dal 2010: 1.27 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Virgil Van Dijk – 84.65 milioni 9) Atlético Madrid Investimenti dal 2010: 1.19 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Joao Felix – 127.2 milioni 10) Arsenal Investimenti dal 2010: 1.14 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Nicolas Pépé – 80 milioni 11) Inter Investimenti dal 2010: 1.11 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Romelu Lukaku – 74 milioni 12) Roma Investimenti dal 2010: 1.06 miliardi di euro Acquisto più oneroso: Patrik Schick – 42 milioni 13) Milan Investimenti dal 2010: 984.07 milioni di euro Acquisto più oneroso: Leonardo Bonucci – 42 milioni 14) Monaco Investimenti dal 2010: 972.86 milioni di euro Acquisto più oneroso: James Rodriguez – 45 milioni 15) Tottenham Investimenti dal 2010: 941.98 milioni di euro Acquisto più oneroso: Tanguy Ndombelé – 60 milioni 16) Napoli Investimenti dal 2010: 886.76 milioni di euro Acquisto più oneroso: Victor Osimhen – 75 milioni 17) Bayern Monaco Investimenti dal 2010: 866.8 milioni di euro Acquisto più oneroso: Lucas Hernández – 80 milioni 18) Borussia Dortmund Investimenti dal 2010: 832.12 milioni di euro Acquisto più oneroso: Ousmane Dembelé – 35 milioni 19) Everton Investimenti dal 2010: 774.28 milioni di euro Acquisto più oneroso: Gylfi Sigurdsson – 49.4 milioni 20) Aston Villa Investimenti dal 2010: 737.98 milioni di euro Acquisto più oneroso: Emiliano Buendía – 38.4 milioni Presenti quindi, tra le italiane, la Juventus, l’Inter, la Roma, il Milan e il Napoli. In ordine di investimenti fatti. Impressionante l’esborso dei bianconeri, che hanno provato in tutti i modi a vincere la Champions League non riuscendoci. La politica migliore, in virtù dei trionfi sia in patria che in Europa, è senza dubbio quella del Bayern Monaco, in fondo alla classifica alla 17^ posizione. FONTE: https://www.sportmagazine.it/calcio/2022/06/29/calciomercato-squadre-che-hanno-speso-di-piu/
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