Il calcio femminile passa al professionismo: cosa cambia

Il calcio femminile passa al professionismo

L’annuncio ufficiale di questa svolta epocale è arrivato dai canali della FIGC dove la nota sul calcio femminile che passa al professionismo ha annunciato:

“Il Consiglio Federale, oltre ad aver definito i criteri delle Licenze Nazionali per l’iscrizione ai prossimi campionati, ha adottato le norme che consentiranno l’introduzione del professionismo nella Serie A Femminile a partire dalla stagione sportiva 2022/23. La riforma, a quasi due anni di distanza dall’avvio del suo iter, prenderà ufficialmente il via il 1° luglio 2022”.

Il commento di Gravina e della Mantovani

Nel comunicato ufficiale sul passaggio al professionismo del calcio femminile, è possibile apprezzare anche le parole del numero uno della FIGC Gabriele Gravina:

“È una giornata importante finalmente ci sono le norme che disciplinano l’attività e l’esercizio del professionismo del calcio femminile. Siamo la prima Federazione in Italia ad attuare questo importante percorso”.

Sempre nella nota, anche le dichiarazioni del presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani:

“Con il Consiglio Federale di oggi abbiamo aggiunto un ulteriore tassello al nostro percorso di crescita personalmente lo vivo come un punto di partenza, atteso e necessario, che ci spinge a lavorare con grandissimo impegno per raggiungere e garantire nel tempo la sostenibilità di tutto il nostro sistema”.

Cosa cambia per il calcio femminile

Ma l’importanza di questa svolta epocale è maggiormente comprensibile con alcuni cambiamenti sostanziali nei contratti e nelle regole del calcio femminile.

Tra le prime novità sostanziali con il passaggio del calcio femminile al professionismo è quella di tipo economico e previdenziale. A partire dal 1° luglio le calciatrici di Serie A avranno diritto ad un contratto che assicura loro compensi adeguati, il versamento dei contributi previdenziali e le varie tutele assicurative.

Sempre nell’ottica del contratto, l’Assocalciatori e la FIGC hanno fissato il salario minimo sulle cifre già previste per la Serie C maschile: 26mila euro lordi all’anno. In Serie A tante calciatrici guadagnano di più ma ora tutto sarà regolamentato. Il cambiamento è di fondamentale importanza in quanto, fino ad oggi, le atlete potevano guadagnare solo attraverso un rimborso forfettario annuale diviso in 10 mensilità dell’importo massimo di 30.658 euro all’anno. Il tutto senza contributi e, quindi, pensione.

Un cambiamento importante anche per le società che dovranno diventare società di capitali adeguandosi dunque alla Legge 91 sul professionismo. Al momento delle 12 partecipanti al massimo campionato, 10 di queste fanno parte delle società maschili di A, mentre solo due – Napoli e Pomigliano – sono dilettantistiche.

Sempre per quanto concerne le società, per iscriversi alla Serie A femminile, i club dovranno versare una fideiussione di 80 mila euro e avere uno stadio da almeno 500 posti. Dalla Serie B in giù il movimento resterà dilettantistico.

Si stima che da questo cambiamento, i costi per le società potrebbero aumentare fino all’80%. In tale ottica sarà necessario trovare sponsorizzazioni importanti che possano contribuire ad aiutare il movimento.

Fonte: https://www.sportmagazine.it/calcio/2022/04/28/calcio-femminile-passa-al-professionismo/